Il popolo francese in piazza contro la legge di sicurezza globale
Il popolo parigino scende in strada contro il governo e contro la “legge sulla sicurezza globale“, chiamata in Francia “Loi de Sicurité”.
Le mobilitazioni ci sono state anche a Lione, a Lille, a Nantes, a Rennes, a Montpellier ed in altre città.
La “Loi de Sicurtè” nell’art. 24 porrà dei limiti anche ai giornalisti, oltre alle persone, nel riprendere i poliziotti durante le loro attività lavorative, quindi anche durante le manifestazioni.
Il governo é stato accusato di aver adottato ” leggi che uccidono la libertà”. Nel frattempo però, giovedì scorso, dopo aver nuovamente ricevuto i sindacati degli editori e dei giornalisti, il Primo Ministro Jean Castex ha fatto sapere tramite un comunicato che ha intenzione “di costituire una commissione indipendente, incaricata di proporre alla rappresentanza nazionale un nuovo scritto di Articolo 24 al fine di rispettare l’obiettivo perseguito fugando ogni dubbio sul rispetto della libertà di informazione”. La commissione verrà presieduta da Jean-Marie Burguburu, già presidente della Commissione consultiva nazionale per i diritti umani (CNCDH), e sarà “composto da magistrati e personalità qualificate”.
“Voglio che non ci siano ambiguità, i giornalisti devono poter fare il loro lavoro, ma la diffusione delle immagini non deve nuocere alla polizia”, sono le parole invece del Ministro dell’Interno.
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Il Ministero dell’interno francese comunica che in città (a Parigi), presso Place de la Bastille e nei dintorni, si sono radunate circa 40.000 persone, mentre in tutto il paese sono state molte di più, si parla di oltre 130.000 cittadini.
Il ministro dei Rapporti con il Parlamento Marc Fesneau dice che il disegno di legge arriverà al Senato nel primo trimestre del 2021, e che poi ritornerà in assemblea.
Le Figaro trasmette la presenza di molti i giornalisti, che insieme ai rappresentanti delle redazioni, hanno protestato contro il famoso articolo 24. La norma infatti fa temere che la proposta di legge limiti de facto la diffusione di immagini delle forze dell’ordine e violi la libertà di informazione.
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